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Gesù ed il Graal

Gesù ed il Graal

Gesù è riuscito a sviluppare in se il Graal, rendendo manifesto di essere figlio di Dio.

 

Al tempo stesso, contrariamente a quanto comunemente ritenuto, il segreto del Graal, è in realtà qualcosa di ovviamente antecedente a Gesù; una conoscenza che ha origini chiaramente ancora più antiche e che Gesù Cristo aveva unicamente il compito di palesare al mondo allo scopo di portare un messaggio.

 

Il Priorato di Sion è in possesso di un bagaglio dottrinale e teologico considerato eterodosso da parte di molti cristiani, dato che noi crediamo che Gesù sia nato uomo come tutti, si sia sposato ed abbia avuto figli, e che sia asceso allo Stato Divino attraverso il lavoro interiore.

 

È curioso notare come nel caso dell'attuale concezione cristiana dominante, la visione più probabile e coerente sia considerata quella eterodossa.

 

Eppure è possibile leggere anche dal vangelo di Giovanni, che appartiene a quelli definiti dalla stessa Chiesa Cattolica Romana come Vangeli canonici :

 

 

"In verità vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre".

 

 

Giovanni 14:12

 

In virtù del deposito teologico ed iniziatico dell'Ordine, i membri del Priorato di Sion credono che Gèsù fosse sposato con Maria Maddalena e avesse avuto dei figli con lei, allo stesso tempo, l'Ordine ritiene che all'interno e nei pressi della chiesa di Santa Maria Maddalena a Rennes le Château, siano raffigurati incontrovertibilmente dei segreti in forma simbolica che confermano questa possibilità storica.

 

Allo stesso modo si è certi che Bérenger Saunière volesse descrivere addirittura un collegamento diretto tra Santa Maria Maddalena e il Santo Graal attraverso un preciso sistema codificato, allegorico e simbolico, all'interno della chiesa di Saint Marie Madeleine a Rennes le Château.

 

Questo non può dimostrare direttamente la certezza di questo aspetto della tradizione, ma d'altro canto pensiamo che questo sia senz'altro sufficiente a dimostrare il fatto che il Sacerdote credesse fermamente in questa eventualità storica e nell'importanza e validità del conseguente deposito tradizionale che così ne farebbe parte, a tal punto da dedicare la propria stessa chiesa alla custodia di questi misteri, attraverso la raffigurazione simbolica di questi ultimi, divenendone così testimone per i posteri.

 

Per il Priorato di Sion, il Santo Graal è qualcosa che si sviluppa individualmente e che una volta raggiunto, come qualsiasi altra informazione, viene registrato dal DNA; come molti figli di artisti o di atleti, mostrano già da bambini un livello di talento apparentemente improbabile per l'età (e questo è scientificamente dimostrato essere possibile a causa del DNA ereditato), siamo altrettanto convinti che anche una grande evoluzione spirituale possa essere ereditata dai discendenti nel bagaglio genetico, restando presente a livello latente, un po come qualsiasi altra abilità o talento, per presto emergere nella persona che l'ha ereditata; ovviamente a condizione che questi bambini siano stati concepiti dopo che i genitori abbiano effettivamente conseguito questa emancipazione spirituale decisiva, poi trasmessa attraverso i geni ereditari. Questa eredità è ciò che è definito il Santo Graal e questo patrimonio secondo noi è quindi stato veramente ereditato dai discendenti di Gesù e di Maria Maddalena.

 

Il nostro cammino di Iniziazione è quindi diretto verso la ricerca del Santo Graal e lo facciamo per mezzo di una conoscenza che è il risultato di una tradizione ancora più antica di Gesù, che per noi è comunque l'esponente di riferimento per questa nostra tradizione.

 

 Ognuno è quindi in realtà figlio di Dio esattamente quanto chiunque altro; Gesù era in grado di manifestarlo anche attraverso dei prodigi che apparentemente violavano le leggi fisiche e naturali, cosa che è stata fatta unicamente per dare un messaggio all'umanità, quest'ultimo movente infatti era ciò che contava e non le gesta miracolose in sè.

 

Il messaggio di Gesù quindi, era che siamo figli di Dio e non creature nate ed originate dalla pura materia, come comunemente intesa; questo messaggio che sfida l'egemonia di quello che viene volgarmente inteso come materia nei confronti della vita, era quindi un invito al risveglio della consapevolezza nei confronti della nostra autentica natura che è divina, quindi dotata di una componente che trascende il tangibile e non meramente materiale.

 

A questo scopo Gesù voleva inoltre dimostrare ed affermare che chiunque avrebbe potuto compiere quei prodigi, qualora si fosse ricongiunto al Padre Creatore, ricongiungimento inteso come espansione ed evoluzione della propria componente spirituale, da noi intesa come l'insieme delle tre componenti della coscienza, mente, anima e spirito, attraverso il coordinamento ed evoluzione delle quali, ascendere dall'umano al divino.

 

"Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi"; poi prese il calice, rese grazie, lo diede ai suoi discepoli e disse: "Bevetene tutti, perché questo è il Mio Sangue dell'alleanza versato per voi e per tutti in remissione dei peccati".

 

L'ultima cena

 

Marco 14,22-25; Matteo 26,26-29; Luca 22,15-20

 

L'ultima cena, descritta in alcuni tra i passi biblici più popolari, non è da interpetrarsi nel senso più scontato ed apparente; i peccati qui citati non sono intesi nel senso più strettamente morale, ma bensì come azioni, intenzioni e pulsioni prettamente terrene e materiali che per loro natura, al di la dei connotati morali eventualmente implicati, di fatto deviano dal cammino interiore e spirituale, allontanando l'uomo dal contatto con la propria più profonda ed intima essenza.

 

 "Poiché vi dico : da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio".

 

Luca 18

  

Il Regno di Dio, è inteso come il raggiungimento, attraverso il percorso interiore, di quella consapevolezza che ci fa percepire il mondo intorno a noi, inteso come cose e persone, con gli occhi di un Iniziato, che vi vede in ogni aspetto qualcosa di illimitato, sacro e sublime. Gesù vuole insegnare che un mezzo essenziale per ottenere questo livello di conoscenza e quindi di consapevolezza, è quello di praticare il controllo e l'astinenza dalle cose terrene, allo scopo di uscire da quella sorda routine materiale che ci distrare dal lavoro interiore, senza il quale, sarà impossibile raggiungere quel livello di consapevolezza ed Illuminazione che può sbocciare solo attraverso una coscienza solerte e bene in sintonia con il lavoro spirituale, ovvero una coscienza che non è succube o comunque subordinata, quindi distratta ed oltremodo compromessa dall'interferenza dei desideri e delle pulsioni materiali e corporali.

 

Gesù disse : “Se i vostri capi vi diranno, ‘Vedete, il Regno è nei cieli’, allora gli uccelli dei cieli vi precederanno. Se vi diranno, ‘È nei mari’, allora i pesci vi precederanno. Invece, il Regno è dentro di voi e fuori di voi.

 

Quando vi conoscerete sarete riconosciuti, e comprenderete di essere figli del Padre vivente. Ma se non vi conoscerete, allora vivrete in miseria, e sarete la miseria stessa.”

 

Vangelo di Tommaso

 

 

La miseria descritta in questo passo del vangelo di Tommaso, ovviamente è intesa come incompletezza e mancata realizzazione interiore e non a conseguenze di natura economica sulla vita della persona.

 

 Gesù, con il suo sacrificio, insegna la speranza e la consapevolezza nella fede, dimostrandosi talmente conscio della sua natura divina e del suo scopo finale da potere rinunciare alla materia, fino a sacrificare se stesso, per fare comprendere questa verità e insegnare che noi non siamo il corpo che abitiamo, ma quello che al corpo sopravvive e allo stesso tempo che l'amore e la presa di consapevolezza della sua importanza è la chiave determinante nella propria realizzazione in senso assoluto, dal momento che chi non ama, non può avere compreso nemmeno di se stesso quale sia la sua più intima, profonda e reale essenza; e questo è per Gesù Cristo, vero a tal punto, da potere addirittura immolare la propria vita terrena, per il bene di qualcuno che non è se stesso; un sacrificio necessario per dimostrare con un atto tangibile e concreto, la sicurezza e la fiducia in questo insegnamento. È l'essere umano che ascendendo al Divino acquisisce una consapevolezza che lo porta automaticamente e lucidamente al di sopra delle meccaniche terrene. Questo messaggio quindi, non fa che insegnarci e volerci trasmettere che siamo esseri eterni e solo il bene universale e quindi complessivo, conta, e questo bene non si circoscrive unicamente alla vita terrena ed essendo tutti una estensione di Dio, aiutare gli altri significa inevitabilmente aiutare anche se stessi, oltre che indirettamente tutti, portando avanti l'Opera di Dio.

 

Il Sangue di Gesù, descritto nel passo biblico dell'ultima cena, rappresenta quindi proprio il Santo Graal, quell'essenza originaria, autentica, profonda ed eterna, sviluppata e fiorita nell'Iniziato, la quale sopravvive alla morte, e la quale consapevolezza impedisce di temere quest'ultima.

 

Ed è così che il Santo Graal, attraverso il sacrificio di Gesù Cristo, trionfa sulla materia e sul suo mondo, continuando a dare la vita oltre la morte terrena.

 

 

Gesù disse : “Chiunque trova la spiegazione di queste parole non gusterà la morte”.

 

Vangelo di Tommaso

 

 

Gesù ed il Graal - Priorato di Sion