L'uomo, come ogni altro essere vivente della terra, incarnato in un corpo biologico, è soggetto a subire la persistente illusione che il mondo in cui vive sia l'unico esistente, in quanto è l'unico che riesce a percepire coi propri cinque sensi.
La stessa memoria cerebrale, facendo parte di un organismo biologico, non può contenere la memoria delle altre vite, che è contenuta unicamente nella memoria della nostra componente spirituale.
In aggiunta a tutto questo, anche la cultura volgare e profana ufficiale, propugna l'esistenza terrena come l'unica a poter essere ritenuta reale e dimostrabile.
Per tutti questi motivi, la percezione che l'uomo ha di questa vita è che sia l'unica di cui ha certezza tangibile, conseguentemente, tutti gli aspetti e le problematiche della vita quotidiana assumono un valore definitivo e assoluto.
È proprio lo scambiare questa illusione per realtà, a mettere a rischio la nostra piena evoluzione.
Questa "realtà" ci ricatta continuamente, fornendo ininterrottamente ragioni per avere paura e quindi desistere dall'affrontare le conseguenze delle nostre giuste lotte ed azioni, necessarie a completare la nostra personale esperienza e ad apportare il nostro contributo generale.
Paura di finire sul lastrico, paura di perdere il lavoro, paura di perdere l'approvazione sociale e via dicendo.
Ogni volta che decidiamo di portare avanti fino in fondo i nostri progetti e concretizzare le nostre scelte, ovvero quello che i profani definiscono semplicisticamente "fare di testa nostra", noi ci troviamo inevitabilmente a cozzare con gli interessi o le sensibilità di qualcun'altro; questo è statistico e coerente, ma non è un problema che possa condizionare l'operato dell'individuo spiritualmente consapevole.
Esiste un Kárman (adattato dal sanscrito nel termine occidentalizzato di Karma) e il vero Iniziato, non si ribella mai al proprio, non tenta miopemente di modificarlo per realizzare i suoi immediati e sommari desideri in questa condizione di passaggio.
Il Kárman viene stabilito in relazione ad aspetti molto profondi dell'individuo, che non tutti riescono a portare alla luce della mente cosciente.
Noi riteniamo che più l'individuo sia spiritualmente consapevole e pronto per crescere interiormente, più il Kárman si farà specifico, articolato e stringente, ed è così che il destino diventa meno casuale, a seconda dei casi.
Il Kárman è quindi un "copione" dell'esperienza che l'individuo deve fare qui per realizzarsi al meglio delle sue possibilità e negli ambiti e modi che gli competono.
Quando la realtà sopramenzionata viene visceralmente penetrata dall'Iniziato, egli non teme più nulla su questa terra come la poteva temere prima, in quanto ogni minaccia viene gerarchicamente posta categoricamente al di sotto della realizzazione del proprio essere attraverso il proprio Kárman.